Solitudini

Una solitudine imposta o meno dall’Altro puó far emergere gradatamente la domanda della sua presenza.
Una domanda di diversa presenza dell’Altro e nell’Altro. Di una nostra diversa presenza nell’Altro.
La solitudine è una declinazione del legame.
La condizione di solitudine è anch’essa legame.
Ricercata o meno, rileva che siamo all’interno delle sue corde.
Una volta assunta la posizione di solitudine, questa può permetterci un ascolto di noi stessi, un confronto con noi stessi, in cui, a ben vedere, l’Altro è sempre presente. Verso cui cerchiamo costantemente di ri-posizionarci.

Quando, non solo come attualmente sta accadendo,  è rinviata ad ognuno dei membri della comunità la proprio solitudine, questa può farci scorgere come tale condizione possa essere un ristoro o una messa in questione del rapporto con l’ideale che abbiamo di noi stessi.

Quando si declina in una messa in questione del rapporto con l’ideale che abbiamo di noi stessi, all’orizzonte possiamo scorgere i nostri tentativi per congiungervi. La continua ricerca di aderirvi, spesso e volentieri risulta essere fatta solo di tentativi che fanno emergere di come il nostro movimento si scontri solo ed ulteriormente con il ri – congiungimento con i  tentativi stessi, poichè a ben vedere, come afferma Lacan “anche quando si fa qualcosa che riesce bene, non è proprio quello che si voleva”.

Questa discrepanza da dove proviene? Quali aspettative abbiamo di noi stessi? Da dove proviene questa aspettativa?